In un comunicato, la Uil afferma che «L’Amministrazione Regionale negli artt. 37 e 38 della Legge Regionale 13/2020 ha previsto di favorire e sostenere lo sviluppo, il potenziamento e la qualificazione del lavoro agile o smart working negli Enti pubblici e nelle imprese, nonché forme di welfare aziendale finalizzate alla conciliazione tra vita professionale e vita lavorativa e flessibilità organizzativa, per le mansioni compatibili a tale modalità di esecuzione del rapporto lavorativo. Come si legge dal sito di Finpiemonte “Il primo intervento di attuazione dei predetti articoli riguarda gli interventi regionali finalizzati al sostegno del lavoro agile o smart working a favore delle Medie, Piccole e Medie Imprese, tenuto conto: che il welfare aziendale sta, di fatto, diventando sempre più strategico in quanto può stimolare un miglioramento delle condizioni generali di benessere della popolazione ed in particolare determinare i seguenti concreti vantaggi per i lavoratori: riduzione dei tempi e costi di trasferimento dal luogo di residenza a quello di lavoro; conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; aumento della motivazione e della soddisfazione professionale».
Prosegue la Uil: «Recenti studi condotti dall’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano, hanno altresì dimostrato che significativi sono anche i vantaggi per le imprese che ne fanno uso: l’incremento di produttività stimato è di circa il 15%; riduzione del 20% dell’assenteismo; consistenti risparmi per quanto riguarda la gestione degli spazi fisici aziendali che diventano oggetto di un profondo ripensamento».
La Uil fa anche presente che «lo smart working consente di produrre benefici misurabili anche per l’ambiente ad esempio in termini di: riduzione delle emissioni di CO2; riduzione del traffico; migliore utilizzo dei trasporti pubblici. Nella misura denominata: Interventi regionali finalizzato al sostegno del lavoro agile o smart working a favore delle Micro-Piccole-Medie Imprese che abbiano una sede operativa in Piemonte. si prevede il riconoscimento di contributi a fondo perduto destinati alla realizzazione: di investimenti, acquisto di hardware e software e personalizzazione di applicazioni e integrazione con altri sistemi informativi aziendali, attivazione o adeguamento di impianti tecnici e dei locali necessari per l’esercizio dell’attività in smart working; di formazione professionale e manageriale per i dipendenti, gli amministratori e soci; i corsi devono essere strettamente funzionali all’esercizio dell’attività in smart working e devono essere forniti da operatori accreditati per l’erogazione di attività di formazione professionale dalla Direzione regionale competente».
Si tenga poi conto, prosegue la Uild, che «la Regione Piemonte sta quindi incentivando concretamente, con cospicui finanziamenti, lo smart working nel settore privato dimostrando di credere nelle potenzialità e nei risultati positivi di questa modalità di lavoro. Perchè non fa altrettanto per la propria organizzazione interna? A fronte dei vantaggi su esposti dovrebbe essere interesse dell’Ente disciplinare e incentivare al proprio interno lo smartworking tra i dipendenti regionali».
La Uil Ente Regione Piemonte sarà presente con le sue proposte al prossimo tavolo di confronto, di cui chiede una rapida convocazione.
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