Relazioni sindacali, risorse aggiuntive per l’equiparazione dei fondi e disciplina delle Posizioni Organizzative sono stati gli argomenti all’ordine del giorno dell’incontro che le organizzazioni sindacali hanno avuto nel pomeriggio di lunedì 5 novembre a Palazzo Lascaris con i componenti della Prima Commissione del Consiglio regionale.
Le OO.SS hanno evidenziato che le relazioni sindacali devono essere improntate “al dialogo costruttivo e trasparente” al fine di sostenere la crescita professionale e l’aggiornamento del personale.
In particolare, la UIL ha ribadito che le scelte della politica nazionale e regionale non devono essere “pagate” con il salario accessorio dai lavoratori delle categorie. Pertanto la politica deve assumersi le proprie responsabilità e, nell’attesa dell’emanazione del Dpcm, predisporre una legge regionale per l’equiparazione salariale, come già fatto in altre Regioni.
Non è infatti equo ed è profondamente ingiusto che nello stesso Ente ci siano dipendenti che appartengono alla stessa categoria con retribuzioni economiche diverse. Non si deve alimentare la conflittualità tra dipendenti ma attuare l’equiparazione aggiungendo fondi e facendo così lievitare la “torta”, anziché tagliare fette più piccole.
In merito alla disciplina delle Posizioni Organizzative, la UIL ha chiesto l’applicazione anche in Giunta di quanto previsto in Consiglio:
– ridefinizione delle P.O. e assegnazione per tre anni;
– qualora, per effetto della ridefinizione, risultassero mutati in modo significativo i contenuti ed il valore economico si procederà con avviso di selezione.
Se la Giunta adottasse la procedura del Consiglio si eviterebbe un aggravio amministrativo.
L’Amministrazione può già oggi usare immediatamente le risorse libere (circa 1 milione e mezzo di euro) per valorizzare le professionalità dei dipendenti e assegnare loro le Posizioni Organizzative.
La UIL ha inoltre chiesto come avverrebbe l’equiparazione tra P.O. “ex provinciali” e P.O. “regionali” in assenza del Dpcm. Infine, ha ribadito che da sempre i dipendenti regionali titolari di Posizioni Organizzative si assumono le proprie responsabilità anche senza l’istituto della delega, ed è ora di dire basta a chi sostiene il contrario.
Le domande dei Consiglieri hanno permesso di mettere in evidenza aspetti quali la mancanza del verbale di chiusura del confronto, la mancata contrattazione sui criteri per determinare l’indennità di risultato delle Posizioni Organizzative, il differente trattamento del personale in Giunta e Consiglio anche per quanto riguarda aspetti quali l’utilizzo dei permessi nei giorni di chiusura obbligatori, attuati in Consiglio in modo più flessibile andando incontro alle esigenze dei dipendenti. Rispondendo ai Consiglieri si è evidenziato come ad oggi l’Amministrazione non abbia prospettato chiaramente quale sia la soluzione alternativa per aumentare le risorse senza penalizzare i dipendenti regionali nel caso in cui non fosse emanato il Dpcm.