«Netta insoddisfazione per l’esito dell’incontro in prefettura con l’Amministrazione regionale»: questo l’amaro commento del segretario Uil dell’Ente Regione Piemonte, Patrizia Suman, in seguito al tentativo di conciliazione, esperito in prefettura a Torino nella mattinata di mercoledì 18 luglio.
«L’Amministrazione regionale ha ribadito le sue posizioni – spiega Suman -. Ciò è avvenuto malgrado sia stato evidenziato come il nuovo contratto abbia profondamente mutato il ruolo del sindacato, che oggi non si pone come “avversario” dell’Amministrazione, ma deve invece collaborare fattivamente. Negli ultimi anni è salita la conflittualità tra i dipendenti della Regione Piemonte, in ragione di differenze retributive, della continua riorganizzazione, delle scarse relazioni sindacali, dei disagi organizzativi, con un clima di estrema competitività che crea disgregazione e con la perdita di autorevolezza dell’ente nel suo complesso».
Le organizzazioni sindacali hanno ricordato che lo stato di agitazione discende dal comportamento dell’Amministrazione regionale e ribadito la richiesta del rispetto delle prerogative sindacali garantite dal contratto collettivo nazionale di lavoro e del superamento del limite del tetto 2016 relativo ai fondi per il salario accessorio.
Le organizzazioni sindacali hanno inoltre chiesto un’intesa formale sulle equiparazioni del salario accessorio di tutti i lavoratori, con le necessarie risorse aggiuntive, e di riaprire il confronto sulla tematica delle Po, secondo i termini del contratto collettivo nazionale di lavoro.
In prefettura, la Regione era rappresentata da alcuni componenti della delegazione trattante di parte pubblica, senza dunque la parte politica.
Queste le proposte avanzate ai sindacati dalla Regione: «1) riavviare immediatamente il confronto sul fondo con le organizzazioni sindacali per pervenire ad un verbale non vincolante e subordinato all’adozione del Dpcm; 2) sulla riforma delle Po, le organizzazioni sindacali dovranno proporre modifiche all’ipotesi avanzata dall’Amministrazione entro sette giorni, che saranno vagliate in uno specifico tavolo di confronto, che opererà ad oltranza per la chiusura entro la fine del mese di luglio».
Di fronte a queste due proposte, che non sono state accettate, le organizzazione sindacali hanno immediatamente chiesto un formale impegno da parte dei rappresentanti della Regione a svolgere rapidamente un incontro con i presidenti di Giunta e Consiglio regionale. Si tratta del presupposto per qualsiasi ulteriore passaggio. È stato quindi sospeso lo stato di agitazione in attesa dell’incontro politico.