“Vogliamo parità di trattamente e lo sblocco immediato delle risorse»: presa di posizione comune da parte di Cisl-Fp, Uil-Fpl e Ugl dell’ente Regione Piemonte, all’indomani dell’incontro tecnico sindacale, svoltosi lunedì 24 settembre, tra le organizzazioni sindacali dell’Ente Regione area categorie e il Comitato di Coordinamento della Giunta regionale (composto dai Direttori) avente per oggetto l’“illustrazione della micro organizzazione delle Direzioni della Giunta regionale”.
Le organizzazioni sindacali, si legge nel comunicato firmato dalle tre sigle, «hanno evidenziato le seguenti criticità emerse dall’esame del documento redatto dalle singole Direzioni e trasmesso alla delegazione trattante:
• apparente disomogeneità di applicazione della metodologia utilizzata tra le varie proposte di micro-organizzazione delle Direzioni;
• mancanza per la quasi totalità delle Direzioni del riferimento al budget assegnato;
• scarsa caratterizzazione dei profili di posizione “professional” rispetto ad organizzativa, così come previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro del 18 maggio 2018;
• applicazione dell’istituto della delega per funzionari incaricati di posizione organizzativa apparentemente non coerente con il dettato normativo vigente».
Nella nota di Cisl-Fp, Uil-Fpl e Ugl si riferisce inoltre che «i Direttori hanno affermato che per attuare la micro-organizzazione:
• si sono confrontati con i Dirigenti;
• hanno considerato tutte le funzioni presenti nella direzione svolte da tutti i dipendenti;
• hanno ridefinito le attività;
• per definire la micro-organizzazione sono partiti dalla fotografia delle attuali Posizioni Organizzative e Alte Professionalità;
• hanno adattato il budget assegnato alle esigenze funzionali di ogni direzione.
Le organizzazioni sindacali scriventi hanno posto ai direttori più domande, tra le quali l’importo del budget per singola Direzione, la loro opinione sul metodo applicato, le difficoltà incontrate nell’applicazione della tabella delle graduazioni (art. 9 della bozza della disciplina) e, analizzando costi/benefici, hanno inoltre chiesto se ritenessero opportuno applicare la disciplina procedendo per step».
Le organizzazioni sindacali hanno inoltre precisato che «dall’anno 2014 ad oggi le Po sono diminuite di circa 229 unità. Il segretario generale ha stabilito che il budget non fosse oggetto dell’incontro, benchè sia più volte emerso che il budget stesso rappresenti il principale vincolo cui sottostare in fase di definizione della micro-organizzazione; il dato relativo al budget di ogni singola direzione non è stato fornito. Una proposta, avanzata dal Comitato dei Direttori, è stata quella di lasciare nelle disponibilità delle Direzioni le risorse relative alle posizioni che si rendessero disponibili al fine di programmarne la riassegnazione, attuare una programmazione triennale per garantire lo svolgimento delle funzioni e dare risposte concrete al personale. Cisl, Uil e Ugl si sono espresse favorevolmente in merito alla suddetta proposta e (considerando i tempi di attuazione, che prevedono in ordine sequenziale: l’approvazione di un Dpcm, la firma del contratto decentrato 2018, la Dgr di assegnazione dei budget alle direzioni ed i bandi per le Po) hanno chiesto all’Amministrazione se avesse preso in considerazione la possibilità di una proroga. L’Amministrazione ha risposto che sarà approvata una proroga delle posizioni organizzative fino al 30 ottobre e che, nel frattempo, ha intenzione di approvare la Dgr di nuova disciplina dell’area delle posizioni organizzative, nella quale sarà prevista un’ulteriore proroga per l’attuazione».
Uil, Cisl e Ugl hanno evidenziato «le innumerevoli difficoltà di applicazione insite nella disciplina proposta, quali:
• Tempi di attuazione troppo ristretti a fronte di una procedura burocraticamente complessa
• Conflittualità tra il personale con risvolti negativi sull’attività lavorativa
• Problematiche informatiche, gestionali, organizzative
• I Direttori non hanno la certezza del mantenimento del personale assegnato, che potrebbe optare per altre Direzioni
• Disparità di trattamento tra dipendenti dello stesso Ente (Consiglio/Giunta).
Le organizzazioni sindacali scriventi hanno evidenziato che il Consiglio Regionale non applicherà la disciplina proposta in Giunta, poiché la ritiene un appesantimento burocratico. Il Consiglio procederà con la riassegnazione delle attuali Po e metterà a bando soltanto quelle “nuove”. In Giunta, anche se alcune funzioni sono state riaccentrate, molte altre sono rimaste invariate; ciò nonostante la Giunta ha scelto di seguire un percorso che comporta un appesantimento burocratico, in quanto il personale di categorie D è di circa 1.700 unità, di cui 800 Po, di conseguenza circa 1.700 dipendenti potrebbero presentare tre domande ciascuno; di conseguenza i direttori dovranno fare altrettanti colloqui e stilare graduatorie complesse dando, evidenza delle scelte».
Uil, Cisl e Ugl hanno ribadito «la necessità di parità di trattamento tra i dipendenti della Giunta e del Consiglio ed hanno richiesto di estendere la procedura del Consiglio anche ai dipendenti della Giunta. La Giunta vuole attuare il nuovo disciplinare senza prima “testare il metodo”, come è buona prassi in ogni riorganizzazione. Dalla bozza di micro-organizzazione si evince inoltre che ogni Direzione ha attuato “la disciplina” in modo differente, e ciò comporta l’individuazione e la pesatura delle posizioni in modo disomogeneo e non equo per le medesime professionalità presenti in strutture diverse della Giunta Regionale. Dopo due anni l’Amministrazione ha presentato alle organizzazioni sindacali una micro-organizzazione non solo “ancora da omogeneizzare”, ma già “vecchia” prima ancora di essere applicata e che non valorizza quanto previsto dal nuovo contratto nazionale con percorsi di carriera chiari e paralleli tra posizioni gestionali e professionali».
L’impressione che si è avuta al termine dell’incontro, conclude la nota, « è stata che – a fronte di un disegno fatto a priori, sulla base di un ipotetico budget assegnato – si siano costruite procedure, parametri e giustificazioni volte a validarlo. Cisl, Uil e Ugl ribadiscono la richiesta di una procedura uniforme tra i dipendenti e l’applicazione anche in Giunta di quanto previsto dal Consiglio permettendo così, inoltre, lo sblocco immediato delle risorse per l’assegnazione delle posizioni a chi da troppo tempo aspetta».