Lavoro agile in Regione, la Uil: «Opportunità per una nuova organizzazione del lavoro»

La Uil chiede di continuare l’attuale modalità di lavoro ordinaria, cioè il lavoro agile, e sottolinea che la Regione deve contrattare con le organizzazioni sindacali un protocollo di intesa per pianificare il rientro da attuare ad emergenza terminata, come stabilisce il contratto collettivo nazionale di lavoro. Queste le richieste che il segretario Uil-Fpl Ente Regione Piemonte, Patrizia Suman, ha posto in una lettera ai presidenti della Giunta regionale, Alberto Cirio, e del Consiglio regionale, Stefano Allasia, all’assessore regionale al Personale, Marco Gabusi, al direttore della Direzione della Giunta regionale Paolo Frascisco, al vicario della Direzione della Giunta regionale, Paola Casagrande, ed al direttore della Direzione Personale del Consiglio regionale, Michele Panté.
«A più di un mese dall’introduzione in Regione Piemonte del lavoro agile quale modalità di lavoro ordinario a seguito dell’emergenza Covid-19, stiamo assistendo a un cambiamento radicale ed epocale del modo di lavorare nel nostro Ente – si legge nell’introduzione della lettera Uil -. In queste settimane l’Ente, grazie al lavoro agile, è stato in grado di contemperare l’esigenza di tutela della salute dei dipendenti con la continuità dell’operatività e dei servizi, garantendo il funzionamento della macchina regionale. L’attività della Regione Piemonte ha registrato livelli operativi pari, se non superiori, a quelli standard, anche per effetto di ulteriori attività resesi necessarie per gestire la fase di emergenza. I dipendenti della Regione Piemonte non si sono mai fermati. La Regione ha sperimentato un nuovo modo di lavorare fatto di strumenti digitali e innovativi accelerando un processo organizzativo e formativo che in tempi normali avrebbe richiesto anni: questo è un traguardo ed è auspicabile che la Regione non torni più indietro».
Prosegue il segretario Uil, Suman: «In questa fase è importante che la Regione continui a dimostrare un grado elevato di responsabilità sociale, assumendo decisioni gestionali che limitino la congestione nel territorio piemontese.È stato dimostrato che il “lavoro agile” contribuisce ad una drastica riduzione della diffusione del virus, in quanto – contribuendo a ridurre il numero dei dipendenti che si spostano per recarsi in ufficio – si riduce la possibilità di creazione di focolai “di ritorno”, i quali potrebbero causare un nuovo lockdown, con conseguente nuovo “stop” alle attività produttive del sistema Piemonte».
Prsoegue la lettera Uil: «Il contesto generale, ad oggi, appare ancora caratterizzato da gravità: non esistono, al momento, riferimenti e prospettive mediche di salvaguardia della salute, se non quelle derivanti dal distanziamento sociale; regna incertezza circa le ipotesi di ricaduta e di ritorno di picchi di infezioni, è probabile che molti asintomatici, con la riapertura degli uffici, potrebbero infettare altre persone: diventa, pertanto, indispensabile limitare al massimo gli spostamenti casa-lavoro. Si deve tener conto che il personale regionale ha un’età media elevata e, di conseguenza, con più probabilità di presenza di patologie; inoltre molti dipendenti vivono/accudiscono soggetti anziani: tutto ciò aumenta il grado di rischio in caso di contagio. La Uil chiede di continuare l’attuale modalità di lavoro ordinaria, cioè il lavoro agile, in quanto costituisce una dimostrazione di resilienza dell’Ente, manifestando la capacità di affrontare le difficoltà superandole rinnovandosi. Per attuare la modalità di lavoro in presenza, si ricorda che è necessario che la Regione contratti con le organizzazioni sindacali un protocollo di intesa per pianificare il rientro da attuare ad emergenza terminata, come previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro del 2018. La Uil chiede di evitare la diminuzione dell’attuale numero di dipendenti in “lavoro agile” e rientri “alla spicciolata” che sembrerebbe vengano richiesti ai dipendenti».
Lavoro agile “ordinario”: una prospettiva futura di innovazione.
Afferma inoltre la Uil: «Alla luce dei positivi risultati raggiunti dal lavoro agile nell’emergenza è necessario prevedere in condizioni di normalità un’articolazione strutturata ordinaria di tale nuova modalità di lavoro.Il Piemonte non può permettersi di rimanere indietro: occorre fare un considerevole passo in avanti verso una maggiore consapevolezza del “lavoro per obiettivi” che tenga conto della conciliazione vita-lavoro, peraltro già prevista dalla legislazione vigente e già attuata in numerosissimi casi nella realtà lavorativa italiana con ottimi risultati e secondo l’art. 3 della direttiva Ue 2019/1158 del 20 giugno 2019. Per raggiungere le suddette finalità, la Uil propone il lavoro agile “ordinario”, non più sperimentale o forzata in seguito all’emergenza in atto, in quanto i vantaggi sono facilmente intuibili e noti all’Amministrazione: risparmio per la pubblica amministrazione. In questi mesi di lavoro agile d’emergenza, l’A.R. sta accumulando risparmi su numerose voci di spesa: risparmio sulle sedi, sulle spese per l’energia elettrica, sul riscaldamento, a breve sulle spese per il condizionamento d’aria, sulle pulizie, sulle spese per le attrezzature informatiche, sulle spese di cancelleria, sulle spese per i Dpi e una possibile riduzione dei costi di affitto, ecc. Resta inoltre ancora da definire il riconoscimento dei ticket restaurant ad oggi non erogati; aumento della produttività. Gli studi sono concordi nel rilevare come il miglioramento delle condizioni lavorative determini un miglioramento sia nella produttività sia nell’affezione all’azienda. Parametrato all’indice di performance, il lavoro agile determina un aumento della produttività. Contestualmente i lavoratori fanno minor ricorso a giorni di malattia e a permessi speciali; miglioramento del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori. Come dimostra la sociologia del lavoro – tra cui un recente studio condotto in Italia promosso dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri – il lavoro agile porta a un miglioramento nella qualità di vita delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. La percezione di benessere dei lavoratori si riscontra sia riguardo alla sfera pratico-organizzativa (netto miglioramento nella conciliazione dei tempi di vita con i tempi del lavoro) sia a quella emotiva (migliore capacità di concentrazione, riduzione della sensazione di pressione e disturbi del sonno causati da preoccupazioni); riduzione delle disparità di genere. Poiché è sulle donne che gravano maggiormente i carichi familiari, un ambiente di lavoro più flessibile, non legato a una postazione fissa o a orari rigidi contribuisce a ridurre le disparità esistenti tra uomini e donne sul posto di lavoro; miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente. Recenti studi dell’ESA provano che, restando a casa, l’inquinamento atmosferico rimane più basso con riduzioni del 50% dei livelli di concentrazione del biossido d’azoto nell’aria durante il periodo di lockdown. Con la rimozione del blocco si prevede un aumento dell’uso del veicolo privato, mentre il mantenimento, ove possibile, del lavoro a distanza potrebbe contribuire a un contenimento dell’innalzamento dei livelli di inquinamento dell’aria».
La Uil chiede che «venga attivato al più presto l’organismo paritetico per l’innovazione, previsto dall’art. 6 del contratto do collettivo nazionale di lavoro 2018», ritiene che «si debba pensare al lavoro agile ampliando l’orizzonte in prospettiva futura» e propone «una fattiva collaborazione per individuare, insieme all’Amministrazione, le migliori modalità per l’introduzione e la strutturazione del lavoro agile “ordinario” in Regione, tenendo conto delle esperienze già in atto sia a livello italiano che europeo».

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