La Uil: in Regione il lavoro sia veramente “agile”

La Uil, pur apprezzando lo sforzo dell’Amministrazione regionale del Pienonte in merito al “lavoro agile”, evidenzia che le modalità di attivazione disposte per il personale dipendente della Giunta regionale, con circolare prot n. 5559 del 04/03/2020, sono migliorabili in quanto ritiene le attuali previsioni insufficienti e inadeguate, rispetto ai mezzi a disposizione, al fine di fronteggiare i rischi di contagio da Coronavirus Covid19.
Lo afferma la Uil Ente Regione Piemonte, in una lettera ai presidenti della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e del Consiglio regionale, Stefano Allasia, al vice presidente della Giunta regionale, Fabio Carosso, agli assessori al Personale, Marco Gabusi, ed alla Sanità, Luigi Icardi, al direttore della Direzione della Giunta, Paolo Frascisco, ed al direttore della Direzione Personale del Consiglio regionale, Michele Pantè: «La situazione sui contagi da Coronavirus è in continua evoluzione anche sul territorio della Regione Piemonte e riteniamo importante attuare misure di prevenzione che limitino il contatto tra le persone. Si richiede un tempestivo intervento di modifica/ampliamento delle disposizioni in materia di lavoro agile per i dipendenti della Regione Piemonte previste dalla circolare in oggetto in modo da allineare le disposizioni regionali agli indirizzi del Governo Nazionale. Ribadiamo la necessità di adoperarsi affinché, sin da subito, il maggior numero possibile di dipendenti regionali possa utilizzare l’istituto del lavoro agile per limitare quanto più possibile/evitare i casi di contagio tra dipendenti e nelle sedi regionali».

Prosegue la lettera della Uil: «Il provvedimento dell’Amministrazione dovrebbe essere rivolto a tutti i dipendenti, e non solo alcune tipologie di dipendenti e di conseguenza si chiede di cancellare la frase “per i dipendenti della Giunta regionale che si trovino nelle seguenti situazioni:……a)… b)… c)… d)… e)…” Dette situazioni eventualmente possono essere riconosciute come un criterio di priorità e comunque non in una situazione di emergenza sanitaria. Il Dpcm del 4 marzo 2020 (art.1, lett. n) dichiara conclusa la fase di sperimentazione e invita le pubbliche amministrazioni ad adottare la modalità di lavoro agile secondo quanto disciplinato dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 per la durata dello stato di emergenza. Pertanto riteniamo opportuno eliminare anche la limitazione a un solo genitore, oltre che i vincoli di orario e di luogo di lavoro».

La Uil rileva inoltre che «la nostra richiesta si fonda inoltre su quanto raccomandato dal governo con la Circolare dalla Presidenza del Consiglio dei ministri del 04/03/2020 n. 1 “Misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa”, che: ribadisce l’invito alle PA (già espresso dalla direttiva della presidenza del consiglio dei ministri n. 1 del 25/02/2020) a “potenziare il ricorso al lavoro agile, individuando modalità semplificate e temporanee di accesso alla misura con riferimento al personale complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro”; dichiara superato l’obbligo al periodo di sperimentazione; esplicita che il lavoro agile è “senza precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro”; evidenzia l’importanza di progressivo superamento del telelavoro con il lavoro agile; invita le Pa ad adeguare “i propri sistemi di monitoraggio e controllo interno, individuando specifici indicatori per la verifica dell’impatto sull’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa… in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti”, e che le misure adottate costituiranno oggetto di valutazione della performance organizzativa dell’ente, oltre che individuale per il/la responsabile competente in materia di personale».
La Uil ha già evidenziato, in un altro comunicato, che «”… si deve attuare anche un cambio culturale: il lavoro agile implica un’organizzazione del lavoro basata sulla fissazione di obiettivi e sul raggiungimento dei risultati….”. La UIL ribadisce che il provvedimento dovrebbe essere il più ampio e inclusivo possibile non solo per garantire la funzionalità della pubblica amministrazione e le politiche di conciliazione di vita/lavoro, ma soprattutto per attuare misure di prevenzione in coerenza con “il principio della tutela della salute pubblica” del personale regionale e di tutti i piemontesi che l’attuale emergenza sanitaria impone in linea con la normativa nazionale».

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