Coronavirus: esteso a tutta la Pa lo smart working. E in Regione Piemonte?

Come UIL Regione Piemonte, fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 abbiamo segnalato quanto il lavoro agile o smart working rappresenti un’opportunità per limitare il contagio, dando al contempo continuità alle attività lavorative che si possono svolgere anche in remoto.

E in Regione Piemonte? La situazione varia sensibilmente per il personale del Consiglio rispetto a quello della Giunta.
Il Consiglio ha adottato venerdì scorso un provvedimento (Dup n. 49 del 27 febbraio 2020) in cui tutto il personale ha la facoltà di richiedere il lavoro agile, che viene autorizzato, su richiesta dell’interessato, dal direttore d’intesa con il responsabile del settore; la stessa misura è riconosciuta anche ai dipendenti a tempo determinato dei gruppi e degli uffici di comunicazione.
La misura, favorisce  in via prioritaria : le dipendenti in stato di gravidanza, i portatori di patologie previa certificazione medica, chi si avvale di servizi di trasporto pubblico, coloro su cui grava la cura dei figli a seguito di eventuale contrazione dei servizi dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia.
Per le prime due categorie il lavoro agile è consentito tutti i giorni della settimana. Per gli altri  2 giorni alla settimana. La Uil ritiene più opportuno, in considerazione dell’emergenza “salute”, anziché stabilire il tetto di 2 giorni alla settimana, lasciare alla discrezionalità del responsabile la decisione sulla quantità di giornate in lavoro agile.Oltre al lavoro agile, il Consiglio introduce un codice di assenza a ore EC2, recuperabile entro i sei mesi successivi alla fruizione. Il codice è utilizzabile solo per le cure parentali a figli minori in caso di chiusura delle strutture scolastiche.

La Giunta regionale sta elaborando un provvedimento, sul quale si è svolto un incontro sindacale, 2 marzo. Oltre a confermare la sospensione dei rientri per chi è già in telelavoro (circolare n. 5021 del 02/03/2020) senza limiti temporali fino a conclusione dell’emergenza, introdurrà:
– un permesso a ore recuperabile entro i sei mesi successivi (codice 1028E 1029E).
– il lavoro agile, ma limitato a chi si trova nelle seguenti situazioni: portatori di patologie già agli atti dell’amministrazione; chi si trova in particolari situazioni a rischio salute attestate dal medico curante; coloro su cui grava la cura dei figli; chi si trova in stato di quarantena volontaria secondo quanto dettagliato dal citato Dpcm del 1 marzo. La Uil ha chiesto di estendere la possibilità di accedere al lavoro agile a tutto il personale, e di effettuare un monitoraggio tra due/tre mesi per trasformare questa situazione di “emergenza” in un’opportunità, evidenziando all’Amministrazione che l’attuazione del lavoro agile in questa fase eccezionale, è una opportunità per mettere le basi per l’attuazione “a regime” del lavoro agile, come previsto dalla normativa nazionale e fortemente incoraggiato dall’Unione europea, entro il termine ragionevole del 1 settembre 2020. A tal fine si deve attuare anche un  cambio culturale: il lavoro agile implica un’organizzazione del lavoro basata sulla fissazione di obiettivi e sul raggiungimento dei risultati. Tutto ciò a al fine di rendere più efficiente la macchina amministrativa e attuare politiche di conciliazione vita-lavoro, ma per arrivare a ciò è altresì necessario affiancare e sostenere tutto il personale con un’adeguata formazione.

In questo momento eccezionale la Uil chiede l’attuazione immediata dello smart working nelle forme più estensive possibili in coerenza con il principio della tutela della salute pubblica che la situazione impone e in linea con il Dpcm del 1° marzo.

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