No alla riduzione della produttività

Alla ricerca di nuovi equilibri

La Legge Delrio ha provocato a livello nazionale un grande movimento di “migrazione” dei dipendenti delle Province
verso altri Enti.

La vittoria del NO al referendum del dicembre 2016 ha bloccato la riforma delle Province creando carenza di personale e
risorse negli enti provinciali che improvvisamente “non erano più soppressi”.

Al di là delle questioni giuridiche, pare che non si tenga in conto che gli enti della Pubblica Amministrazione sono formati
da persone che forniscono servizi ai cittadini con il coordinamento e gli indirizzi dei politici.
La Regione Piemonte ha scelto di assumere nell’Ente circa 800 dipendenti provenienti dalle Province.

Il risultato di tale scelta ha comportato un aumento di un terzo del totale dei dipendenti regionali.

Nei fatti, la “migrazione” del personale provinciale verso la Regione Piemonte ha implicato considerevoli cambiamenti e
un aggravio dei carichi di lavoro e a subirne i disagi sono stati soprattutto i dipendenti.

Da un lato i dipendenti regionali, i quali hanno dovuto tecnicamente gestire il flusso in entrata delle 800 unità di
personale provvedendo, ad esempio, alla destinazione delle sedi di lavoro, mobili, computer, telefoni, all’adeguamento
dei sistemi di rilevazione delle presenze/assenze, nonché all’armonizzazione delle regole comportamentali e di lavoro.

Dall’altro i colleghi regionali ex- provinciali, che hanno dovuto integrarsi in un nuovo Ente adattandosi alle nuove sedi
di lavoro/mobili/computer, alla diversa erogazione dei compensi, alle nuove procedure informatiche ed ai nuovi
regolamenti; un cambiamento di vita che alle volte ha coinvolto anche le famiglie.

Dal 1° gennaio 2016 ad oggi i disagi sono stati molti, ma, grazie al

la professionalità di tutti i dipendenti, l’integrazione si
sta lentamente concretizzando.
Rimangono due problematiche aperte:
– la situazione dei colleghi ex-provinciali “distaccati”
– l’equiparazione economica del personale

Dipendenti “distaccati”
I dipendenti “distaccati” sono i colleghi ex-provinciali che la Regione ha “distaccato” presso la Provincia di provenienza
Tali colleghi sono dipendenti regionali: la Regione paga loro la retribuzione e i buoni pasto, lavorano in Provincia
osservando le regole della Provincia, svolgono funzioni regionali e talvolta anche provinciali.
Nei fatti, tali dipendenti hanno due datori di lavoro, ma quando si deve riconoscere loro un diritto (esempio: il diritto
mensa) improvvisamente diventano “terra di nessuno”.
Le convenzioni con le Province dovevano essere riviste nell’immediato: a distanza di quasi due anni sono rimaste
immutate.

Equiparazione economica
Come noto, esiste una differenza di salario accessorio tra i dipendenti regionali e gli ex-provinciali distaccati e exprovinciali
“allocati” (I colleghi denominati “allocati” sono i dipendenti provinciali trasferiti nelle sedi regionali).
I dipendenti regionali percepiscono una produttività pari a circa 6.500 euro lordi annui,
mentre ai colleghi “ex-Provincia” è erogata una produttività che varia da Provincia a Provincia e che risulta compresa tra
500 e 2.000 euro lordi annui.
Conseguentemente, se si vuole attuare un’omogeneizzazione economica del salario accessorio, la Regione deve
aggiungere al fondo dei dipendenti delle categorie risorse per circa 10.000.000 di euro.
Ad oggi tali risorse non risultano stanziate in bilancio.

Premesso che:

– il CCNL è bloccato da otto anni,
– le progressioni economiche sono state sbloccate nell’anno 2015,
– la Legge Delrio prevede che lo Stato avrebbe dovuto erogare le necessarie risorse economiche a supporto dei
trasferimenti di personale provinciale nelle Regioni e garantisce ai dipendenti provinciali trasferiti unicamente il
mantenimento del livello salariale goduto presso l’ente di provenienza,

nell’ipotesi positiva che la Regione o lo Stato aggiungano i circa 10 milioni di euro necessari all’equiparazione economica
dei dipendenti si potrebbe verificare la seguente situazione:

– i dipendenti regionali ex-provinciali, sia distaccati sia allocati, incrementano il proprio salario accessorio di circa
4.000/5.000 euro annui lordi.

– i dipendenti regionali “storici” mantengono l’attuale trattamento accessorio.

Nel caso in cui, invece, il fondo non fosse incrementato, o lo fosse solo parzialmente, la conseguenza sarebbe che i
dipendenti regionali “storici” avrebbero, a seguito della dovuta equiparazione, una diminuzione della
produttività/indennità, mentre i dipendenti regionali ex-provinciali distaccati e allocati avrebbero un incremento della
produttività/indennità pari circa alla diminuizione dei colleghi regionali “storici”.

 

Sarebbe una situazione per noi inaccettabile.

La politica deve assumersi le proprie responsabilità. Ha scelto
di “ far migrare” in Regione Piemonte 800 dipendenti e questo
non deve in nessun modo penalizzare il personale o creare
conflitti tra dipendenti delle categorie.

Coerentemente alla scelta politica effettuata deve trovare le
risorse finanziarie necessarie al fine di raggiungere trattamenti
economici omogenei.

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